Attacchi: redini lunghe dal sapore reale
Esiste una disciplina equestre dall’innato fascino di una volta. Si tratta degli attacchi, l’unica tra le specialità dell’equitazione, in cui non si monta a cavallo, ma lo si guida da una carrozza.
Le origini antiche sono facilmente rintracciabili, per secoli i cavalli hanno trainato carrozze poi, come è avvenuto in ogni ambito equestre, anche le carrozze hanno dismesso la loro funzione di mezzo di trasporto, se non per alcuni sontuosi matrimoni, trasformandosi in un appassionante sport.
Filippo di Edimburgo e l’amore per le redini lunghe
Gli attacchi, in quanto disciplina sportiva, devono molto al Principe Filippo di Edimburgo che, insieme alla sua Regina, ha sempre amato i cavalli. Da campione di polo, sport praticato dalla più tenera età sino al 1971, il Principe Consorte si è trasformato in un grande appassionato e praticante della disciplina degli attacchi, tanto che è grazie a lui, Presidente della FEI (Federazione Equestre Internazionale) dal 1964 al 1986, se la specialità è entrata a far parte delle discipline della Federazione, riuscendo a esordire, per la prima volta, in un Campionato del Mondo nel 1972 a Munster in Germania.
Per tornare al compianto Principe di Edimburgo, si avvicinò alla disciplina che non era più un ragazzino ma, tra l’innato amore e la profonda conoscenza equestre e tutti i cavalli, terreni, maestri e carrozze a disposizione nelle scuderie reali, riuscì a dire la sua e portare la sua amata Inghilterra a glorie europee e mondiali, tra cui i Campionati Europei di casa sua (nel vero senso della parola), quelli di Windsor dove, amava ricordare, con il consueto humor britannico, non era nemmeno andato poi tanto male, era arrivato quasi ultimo.
Nel 2021, poco prima di compiere 100 anni, il Principe se n’è andato ma ha lasciato in eredità alla nipote Louise non solo cavalli e attrezzatura, ma anche il compito di portare avanti la passione per questa nobile arte equestre dalle diverse prove e abilità.
Uno, due o quattro
La disciplina degli attacchi consiste in un insieme di prove in cui il cavallo è attaccato alla carrozza. In base a quanti sono i cavalli attaccati esistono diverse categorie: il “Singolo”, con un solo cavallo, la “Pariglia”, formata da due cavalli e il “Tiro a Quattro”, che, come dice il nome, vede quattro cavalli a trainare la carrozza, quelli “Di Volata”, che stanno davanti e i “Carrozzieri”, i due dietro.
Per quanto riguarda le competizioni, ne esistono di due tipi: il completo e la combinata. Il primo è composto da tre prove, dressage, coni e maratona, nella seconda, invece sono previsti coni e maratona. In ogni caso la classifica finale nasce dalla somma dei punti negativi acquisiti nelle varie prove.
Le tre prove
Gli attacchi possono in un certo senso essere paragonati al completo, esiste infatti la prova di dressage, in un rettangolo di 80×40 metri, quella di salto ostacoli è sostituita dai coni, tra i quali gli abili driver devono fare slalom e serpentine, e la maratona, la più spettacolare di tutte.
In questa prova il driver, a tutto gas, guida la carrozza tra ostacoli mobili e fissi e affronta passaggi obbligati tra boschi e tronchi e passaggi in acqua. Insomma uno spettacolo intenso, da non perdere!
Un aspetto interessante
Questa affascinante disciplina, che oggi in FEI accoglie circa il 33% dei tesserati totali, è in forte ascesa anche grazie a un fattore unico e interessante.
Negli attacchi non si monta sopra il cavallo, ma si monta a cavallo. Si va a creare un vero e proprio binomio, se non addirittura una squadra, quando si tratta di Tiro a Quattro o Pariglia. Il driver e i suoi cavalli si muovono in un tutt’uno spettacolare, tuttavia può essere la disciplina giusta per chi è attratto dai cavalli ma non se la sente di montarne uno.
Lo stesso vale per chi, magari in seguito a una brutta caduta, non riesce a tornare in sella ma, altrettanto, non ha intenzione di lasciare questo meraviglioso mondo. Ultimo, ma non per importanza, è l’esempio del nostro Principe Filippo, ormai fisicamente fuori età per il polo, ma mentalmente pronto, scattante e appassionato, si è potuto reinventare a redini lunghe.
Elena Pecora
ph Marie Schmidt – FEI World Cup Lyon 2024
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