Arte e cavalli: Géricault – il pittore Romantico che amava i cavalli

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Tra i pittori che più hanno raffigurato i cavalli, un posto d’onore spetta a un cultore dell’espressione romantica, il francese Jean-Louis André Théodore Géricault (1791-1824 Rouen).
Dopo la prematura scomparsa della madre e grazie alle possibilità del padre un facoltoso avvocato, Géricault, può permettersi una vita abbastanza spensierata e iniziare a frequente il mondo che a lui tanto ispira, una scuderia con alcuni cavalli, sua grande passione e fonte ispiratrice.
Ha una gioventù turbolenta anche dal punto di vista sentimentale, a causa di un rapporto piuttosto scandaloso con la giovane zia e inizia così a viaggiare visitando l’Italia e scoprendone le grandi potenzialità artistiche dai quali trarrà ispirazione.
Nell’autunno del 1817 Gericault torna a Parigi, sperimenta la tecnica della litografia, e presenta il suo grande capolavoro. La Zattera della Medusa.
Completato quando l’artista aveva soltanto 29 anni, il dipinto rappresenta un momento degli avvenimenti successivi al naufragio della fregata francese Méduse, avvenuto il 2 luglio 1816 davanti alle coste dell’attuale Mauritania, a causa di negligenze e decisioni affrettate da parte del comandante Hugues Duroy de Chaumareys che, oltre a non navigare da circa venticinque anni, non aveva una buona conoscenza di quelle acque, cosa che portò la fregata ad incagliarsi sul fondale sabbioso. Oltre 250 persone si salvarono grazie alle scialuppe, le rimanenti 150, la ciurma, dovettero essere imbarcate su una zattera di fortuna, lunga 20 metri e larga 7 e di queste soltanto 15 fecero ritorno a casa.
Purtroppo la critica non sostene l’arte del pittore defininendo la tela troppo drammatica.
Soltanto dopo la sua morte, all’età di trentadue anni, il lavoro di Gerricault venne rivalutato e la tela esposta al Louvre.
Queste delusioni e altre lo spinsero a partire per Inghilterra Gericault dove entra in contatto con una situazione culturale differente che stimola la sua creatività.
Prende spunto da artisti come Constable che abbiamo già rivisitato sempre per il tema cavalli; dopo la famosa opera “Il derby di Epsom“, l’avvenimento sportivo, giocoso e piacevole ma sempre caratterizzato da dettagli spesso drammatici, il pittore rimane affascinato dalla possenza e dalla dinamicità di questi animali che rimarranno una passione morbosa per tutta la sua breve vita.
Géricault nonn fu attratto solo da cavalli da corsa ma di tutte le razze e in differenti situazioni: dal cavallo militare al cavallo da lavoro, a cavalli da compagnia.
Il pittore è attratto da momenti di pausa dei cavalli dove è possibile rapire sia la dinamicità dei muscoli che la loro pacatezza come nella tela “Cinque cavalli visti dalla groppa“  (Parigi, Museo del Louvre) ai cavalli dedicati al lavoro quotidiano nelle campagne o il drammatico impiego in guerra, compagno di sofferenza e di fatica con il soldato come nella “La ritirata di Russia“ (Bibliotèque nationale de France),
Putroppo la sua sorte fu segnata dalla passione dei cavalli, una rovinosa caduta da cavallo peggiorò la sua salute già precaria.

Più di 400 quadri dipinti

Riuscì a dipingere cavalli rapendo l’immagine in ogni situazione : imbizzariti, al passo, sereni, di spalla nelle stalle.
La sua precisione nel dipingere e ritrarli in tutte le loro posizioni, è notevole. Non vuole togliere nulla allo splendido animale cavallo, nè aggiungere fronzoli, ma mantenere ben nitida la figura che riesce a stagliarsi impondente sulla tela.
Una svolta interpretativa dell’opera equestre in Gericault, la troviamo nei tre quadri del 1817, “Corsa Dei Cavalli Berberi A Roma”, “Corsa Di Cavalli Selvatici” e “Corsa Dei Cavalli Ribelli”.
I tre dipinti ad olio di non grande formato (45×60 cm circa) ci mostrano un Gericault ancora più statuario nella descrizione degli agitati movimenti dei cavalli. Le opere hanno tutti una anima possente, se ne avverte la fierezza, la forza emanata, frutto certo dell’impressione del soggetto sull’autore, mai come in questi quadri Gericault ha esaltato la potenza muscolare del cavallo.
Si servì della possenza di questo splendido animale per amplificare figure divenute storiche oppure guerrieri, ma la sua passione per il cavallo non si esaurì qui, anzi, la sua animata voglia descrittiva si concretizzò in una quantità notevole di studi ad olio.
Certo più rilassanti sono i suoi cavalli nella stalla, dove invece stranamente gli arti slanciati, le cosce sode, si concedono quella contaminazione pittorica, quella partecipazione concupiscente con gli sfondi, quasi a voler condividere nella tranquillità dell’ambiente lo stesso ideale cromatico, in una comunione impossibile da ottenere nel frastuono affollato di altre tele.

fonte mc arte
frammenti d’arte

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