Antonio Ligabue e la sua cavalcata della solitudine. La tavola “Testa di cavallo”, una delle sue opere con i tanti animali rappresentati
“Testa di cavallo”, è una delle opere più iconiche del celebre artista italiano Ligabue, pseudonimo di Antonio Ligabue.
Nato nel 1899, Ligabue è noto per il suo stile pittorico unico e per le sue opere che spesso ritraggono animali selvatici e paesaggi rurali. La “testa di cavallo” potrebbe essere una delle sue rappresentazioni di animali, caratterizzata da una combinazione di realismo e espressionismo. Le opere di Ligabue sono state esposte in numerose mostre e sono parte di importanti collezioni d’arte in tutto il mondo. La sua vita travagliata e la sua lotta contro la malattia mentale hanno contribuito a plasmare sia la sua arte che la sua narrazione biografica.
Il cavallo rappresentato in molte sue tavole
La maggior parte delle sue opere d’arte sono dipinti che ritraggono animali, paesaggi come la tavola “Fattoria” olio su compensato cm 62 x 57 o la tavola olio su tela “Napoleone a cavallo” cm 60 x 80. In molte altre opere i cavalli sono stati rappresentati sempre in contesti rurali. Il suo contesto era quello e raffigurare animali anche esotici, era la sua forza interpretativa.
Anche nel “Somaro pesta la fede” troviamo quella sua forza artistica e originale per fermare momenti. Non ebbe mai un riconoscimento ufficiale ma un’attenzione incessante.
Un grande “selvaggio”.
Un’artista peculiare; pochi come lui hanno raggiunto altissime quotazioni di mercato e, a quasi venti anni dalla morte, un’ascesa continua, senza ricevere mai un riconoscimento ufficiale.
Per quanto riguarda la pittura si può considerare in qualche modo appartenere, come per ogni artista italiana ad una tipologia espressiva regionalistica, che la colloca inequivocabilmente come valida espressione di cultura.
Come si è potuto dimostrare, Liugabue giunse a Gualtieri totalmente ignaro della tecnica pittorica e le dicerie circa un suo apprendistato in Svizzera, sia pure autonomo, sono prive di qualsiasi fondamento (Renzo Margonari).
Seppure inconsciamente Ligabue, si è ritrovato nel solco della tradizione paesaggistica lombarda, legandosi a scenari tipici come cortili, pollai, arature. Le sue pitture più autonome esprimono i tipici valori della puttura padana
La sua vita
Antonio Ligabue è stato un pittore italiano autodidatta, nato a Zurigo, in Svizzera, e morto il 27 maggio 1965 a Gualtieri, in Italia. La sua vita è stata segnata da molte difficoltà e tragedie, ma è stato riconosciuto come uno degli artisti outsider più significativi del XX secolo.
Ligabue nacque da una madre svizzera e da un padre italiano. La sua infanzia fu segnata da numerosi problemi familiari e trascorse gran parte della sua giovinezza tra orfanotrofi e istituti correttivi. La sua istruzione formale fu limitata e trascorse gran parte del tempo da autodidatta.
Dopo vari lavori precari e problemi psichiatrici che lo portarono ad essere internato in diverse istituzioni mentali, Ligabue iniziò a dipingere intorno agli anni ’30 come forma di espressione e terapia. Forse per il contesto in cui visse, le sue opere si concentravano spesso su animali selvatici, paesaggi rurali e figure umane, riflettendo la sua connessione con la natura e le sue esperienze personali.
Nel corso degli anni, Ligabue affrontò numerosi problemi e fu spesso mal compreso dalla società e dal mondo artistico tradizionale. Tuttavia, alcuni, riconobbero il suo talento e la sua originalità artistica. Nel 1950, una mostra personale organizzata dall’artista Luciano Minguzzi a Milano gli diede una maggiore visibilità, portando alla scoperta di Ligabue da parte del mondo dell’arte.
Negli ultimi anni della sua vita, Ligabue ottenne un certo riconoscimento e successo, con le sue opere esposte in mostre in Italia e all’estero. Nonostante la sua morte nel 1965, il suo lavoro continua a essere studiato e apprezzato, e la sua influenza sull’arte contemporanea rimane significativa. La sua storia di lotta personale e il suo talento artistico eccezionale lo rendono una figura iconica nel mondo dell’arte outsider.
fonte Augusto Agosta Tota
immagini: Ligabue e i Selvaggi d’oggi – Città di Oderzo
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