Allevamento di cavalli da corsa: quale futuro?

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Corse al galoppo in notturna

A che punto è il settore dell’allevamento di cavalli da corsa di galoppo in Italia? Ne abbiamo parlato con Antonio Viani, presidente di UPG (Unione Proprietari Galoppo) e titolare dell’Allevamento di Zenzalino, dove è nato e cresciuto, tra gli altri, il grande trottatore Varenne.

«Nel settore del galoppo, il numero dei puledri nati ogni anno è diminuito sostanzialmente, passando da un quantitativo di 1500-1800 unità, registrato fino a una decina di anni fa, a circa 600 negli ultimi anni. Anche nel settore del trotto c’è stata una riduzione della produzione, anche se più contenuta. Le motivazioni sono diverse: innanzitutto la crisi dell’ippica italiana, che ha spinto molti allevatori a ridurre sensibilmente il loro parco fattrici».
I numeri all’estero, spiega Viani, sono ben diversi: «In Inghilterra si registrano numeri che toccano quasi i 5 mila nati all’anno, nel 2022 sono stati circa 4500; in Irlanda oltre 8 mila nati. Da noi, il più importante allevamento di cavalli da corsa di galoppo, l’Allevamento del Velino dei Botti, dove nasce circa il 15 per cento dei puledri italiani, ogni anno conta circa 80 nuovi puledri».

L’allevamento dei cavalli da corsa paga una errata mentalità

«Il mercato sconta la carenza di proprietari che vogliono investire nell’ippica italiana e che si rivolgono invece all’estero dove, a differenza dell’Italia, arrivano acquirenti da tutto il mondo», dice Viani. «Da un lato è ovvio che numeri più bassi si associno a una minore probabilità di qualità, dall’altro si è instaurata una mentalità che spinge a comprare fuori Italia, e non sempre a ragione. All’estero compriamo il più delle volte la seconda, terza, quarta scelta, e spesso i puledri che portiamo in Italia non danno i risultati sperati. Quando i proprietari comprano in Italia, poi, spendono cifre ben più basse. Ne è una dimostrazione il Top Price venduto alle recenti aste organizzate da SGA (Società Gestione Aste) all’Ippodromo Snai San Siro di Milano, aggiudicato per 160mila euro quando il tasso di monta del padre, Sea The Stars, è fissato a 180mila euro. C’è qualcosa che non va…» (leggi l’articolo “Aste SGA, il mercato tiene“).

Le aste organizzate da SGA, che quest’anno si sono tenute lo scorso 9 settembre (leggi l’articolo “L’asta di cavalli da galoppo all’Ippodromo Snai San Siro“) sono le uniche aste per cavalli da corsa di galoppo in Italia. «Nell’unica asta italiana vengono presentati 100-120 puledri. Tra tutti i nati, alcuni puledri vengono venduti dagli allevatori più importanti da foal, cioè nell’anno di nascita. Altri vengono proposti nelle aste di yearling fuori Italia, riducendo così i numeri e la qualità delle nostre aste. Gli allevatori più piccoli spesso vendono privatamente, per ridurre i costi».

Una tavola rotonda per trovare nuove soluzioni

Come potrebbe riprendere il settore dell’allevamento di cavalli da corsa in Italia? «La prima cosa da fare è parlarsi, mettendo in discussione le decisioni prese fino ad ora», conclude Antonio Viani. «E‘ necessaria un’opera culturale, perché il prodotto italiano è ancora competitivo e bisogna farlo sapere. Stiamo pensando, insieme al presidente ANAC (Associazione Nazionale Allevatori Cavalli) Stefano Luciani, a una tavola rotonda tra operatori del settore, con rappresentanti dei vari ruoli, per confrontarci e aprire un dibattito che faccia emergere nuove soluzioni».

Valentina Schenone

© Riproduzione riservata.

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