All’amazzone Marina Ceschina la classica “due giornate” di Endurance ad Oletta

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Foto Oletta 1

L’amazzone lombarda Marina Ceschina, in sella a Koussaia, alla media finale di 19,036 km/ora, si è imposta sui 41 binomi partenti nella classica “Les deux jours de la Conca d’Oro“ ad Oletta (Corsica), una gara CEI** di 120 chilometri in due giornate (60+60); al termine 25 binomi i classificati. Al secondo posto si è classificato il francese Laurent Mosti su Izba du Caussanel (19,007 km/h), seguito da Jacopo Di Matteo, atleta abruzzese in forza presso il Centro Militare di Equitazione, scuola di Cavalleria di Montelibretti (Roma) che in sella a Daisye, ha riportato un ottimo terzo posto alla ragguardevole media di oltre 18,5 km/ora, precedendo, a sua volta, sul traguardo finale il vincitore della scorsa edizione 2007, il francese Jaques Begaud, quarto su Call for me (17,649 km/h).
Altri cinque binomi italiani, Lucas Gaetanelli su Anis du Mauri, Ernrsto Mariotti su Naiade du Croate, Stefania Vibert su Indian Laksika, Monique Galassi su Bonorva, Fabrizio Tassoni su Depeche Toi e Sharon Pain su Navard Wad si sono classificati portando a termine le due giornate, mentre la biellese Alessandra Acutis su Jolie de Cardonne si è ritirata ed Andrea Pesce con Mascat non ha preso il via nella seconda giornata.
Grande gara quella di Marina Ceschina, non nuova a queste imprese, che abbiamo avvicinato per sentire le sue impressione sulla bella ed importante vittoria per i nostri colori.
Oletta naturalmente è entusiasta, “Il profumo di macchia mediterranea, le rocce fra i cespugli salmastri – la gara dura collinosa e sassosa, le incomparabile bellezza della natura; lago, fiumi, mandrie di bovini (qualcuno cercava di seguirci, senza successo!), capre che apparivano all’improvviso, balzando giù dai rialzi. Il terreno difficile, ostile, i contadini gentili che ci salutavano mentre invadevamo le loro proprietà, i pascoli e i vigneti. Un incalzare di salite e discese, lastroni di pietra, profondi solchi di ruote su stradine quasi impraticabili, asfalto in discesa, con buche profonde piene d’acqua per la pioggia di quelle giornate, inevitabili. Prati verdi, da galoppare, quasi fossimo in un ippodromo che ospitava mucche al pascolo che ci guardavano stupite quando ci avvicinavamo… E quegli ultimi 5 km, la gioia incredibile di galoppare a 30 km/h su quei dislivelli finali! La fiducia illimitata nella mia meravigliosa Koussaia, simbolo della generosità del purosangue arabo, che superava senza sforzo i migliori cavalieri del mondo!
Un’emozione che non avevo mai provato, nei miei 4 anni di Endurance… e nei miei 50 anni di gare e corse in tutte le specialità equestri!“.
Grazie, Oletta!
Non sappiamo, ne possiamo, aggiungere altro.
di Mauro Beta

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