A Versailles un eccezionale viaggio nel passato dedicato al cavallo

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Cheval en Majesté, au cœur d’une civilisation: la Reggia di Versailles renderà omaggio alla storia equestre

Alla vigilia dei Giochi Olimpici dedicati alle discipline equestri, la storica dimora parigina apre le sue porte regali per ospitare “Cavallo in Maestà, al centro di una civiltà”, la più vasta mostra-evento mai dedicata alla società equestre in Europa dal XVI al XX secolo.

All’interno delle sue incantevoli mura, dal 2 luglio al 3 novembre si potranno ammirare più di 300 opere provenienti da tutto il mondo, accuratamente selezionate grazie alla guida esperta di Laurent Salomé, direttore del Musée national des châteaux de Versailles et de Trianon, e Hélène Delalex, curatrice del patrimonio museale. 

I cavalli de Re Sole tornano in vita

Tutto è stato ormai predisposto per lo svolgimento delle gare equestri delle Olimpiadi 2024, per le quali i meravigliosi giardini della Reggia di Versailles si sono quasi del tutto rivoluzionati. I cavalli sono da sempre stati protagonisti immancabili della maestosità del palazzo, volontariamente reso tale come simbolo della superpotenza della nazione francese da Luigi XIV.

Con una struttura eretta nel XVII secolo, circondata da 815 ettari di verde e curato parco a fare da perfetto sfondo, viene a crearsi un’atmosfera unica e quasi fiabesca, che avvolgerà le prove equestri in partenza dal 26 luglio. Anche tra le mura dell’ iconica dimora reale si continuerà a celebrare  questi splendidi animali e l’arte equestre a loro legata, attraverso un’ esperienza artistica che riporterà in vita la storia, nello straordinario scenario suggestivo della Reggia.

 Il cavallo è da sempre una figura centrale qui a palazzo, molto ricorrente non solo come presenza nelle magnifiche scuderie reali e nei cortili, ma come soggetto ricorrente nell’allestimento e nei decori della reggia, fin dall’entrata: ad accogliere di ogni visitatore vi è l’imponente statua equestre di Luigi XIV in bronzo realizzata da Pierre Cartellier in collaborazione con Louis-Messidor Petitor

Altro esempio, tra le 50 fontane che decorano l’esterno, l’emblematica opera dedicata al dio Apollo di Jean-Baptiste Tuby, appena restaurata, con i suoi quattro imponenti cavalli di quadriga. Varcato l’ingresso, per qualche attimo si potrà veramente assaporare e rivivere la storia della Reggia e dei suoi cavalli.

L’Arte dell’equitazione interpretata da Versailles

L’esposizione è suddivisa in tredici sezioni, strutturate tra gli spazi più noti della Reggia: il Grand Appartement du Roi, il Salone d’Ercole, i saloni africani, la Sala degli Specchi, compresi gli appartamenti di Madame de Maintenon e quelli della Dauphine.

Ognuna di queste meravigliose aree racconterà una parte di storia, ospitando pezzi iconici dell’arte e della cultura equestre, volti a rappresentare il ruolo del cavallo nella società civile e militare fino alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, che indica difatti la fine dell’impiego del cavallo da guerra e l’inizio della sua nuova vita dedicata alle discipline sportive e alle attività ricreative.

Vengono ripercorse tutte le varie sfaccettature del cavallo attraverso un’ambiziosa ed unica collezione di opere (alcune delle quali finora sconosciute al grande pubblico), che lo vedono contestualizzato in un meraviglioso viaggio nel passato che racconta l’importanza del suo ruolo in diversi ambiti: dall’ambito culturale a quello militare, tra scienza e settore politico, a quello dell’educazione, e naturalmente quello artistico. 

Tra opere di prestito ed eccezionali inediti provenienti da tutto il mondo, per i visitatori sarà possibile ammirare una galleria di dipinti e sculture dedicate a Re, Regine e Principi con i loro cavalli prediletti, dai ritratti più noti di incantevole bellezza come ad esempio, quello dedicato a Re Carlo XI di Svezia o a quelli più segreti arabi della Regina Vittoria.

Inseriti all’interno della bellezza dei dipinti di scuderie aristocratiche e le rappresentazioni delle feste equestri, si potranno scoprire e vedere da vicino i preziosi elementi delle bardature (selle, testiere e ornamenti) di uno storico lusso e conservate impeccabilmente.

Oltre però alla parte più sfarzosa ed elegante, viene rivolta anche molta attenzione allo studio e alla scienza: sono ad esempio esposti gli studi dei primi disegni iconici di Andrea del Verrocchio e insieme ai celebri cavalli di Leonardo Da Vinci e Charles Le Brun, per la prima volta riuniti grazie alla concessione del Metrolitan museum di New York, del Louvre e anche dal Royal Collection Trust di Londra.

 Anche l’Armeria Reale di Torino rientra tra gli enti che hanno collaborato per il progetto, dando in prestito l’armatura doppia di Wilhelm Rieter von Boxberg. Non potevano mancare ovviamente anche i lavori dei più noti pittori romantici francesi  Eugène Delacroix e Théodore Géricault, insieme alle opere del paesaggista e ritrattista inglese Frank Craig, ai dipinti regali del pittore fiammingo Justus Sustermans e del francese Léon Fauret.

Sono inoltre pubblicate diverse curiosità sui i piani architettonici di scuderie reali di un tempo con l’esibizione di diversi oggetti d’uso comune, come  le staffe dei cavalli dei Re o le testiere appositamente create per la difesa e indossate in battaglia, insieme a spettacolari armature. 

Il rapporto uomo-cavallo viene esplorato e raccontato nelle sue molteplici dimensioni e sfaccettature, con l’obiettivo di onorare questo fedele compagno di vita che ha da sempre avuto un ruolo intrinseco per la società: da mezzo di locomozione, a valoroso soldato, compagno di caccia e di lavoro, a simbolo di potenza e libertà nell’arte e nelle cultura, fino a diventare oggi animale domestico e compagno di sport. 

Queste opere e oggetti provenienti da collezioni private e pubbliche sia francesi che internazionali vengono quindi raccolte tra le splendide stanze di Versailles con l’obiettivo di far emergere uno sguardo nuovo e panoramico sul tema, cercando di mettere in luce la straordinaria ricchezza della civiltà equestre in Europa dai secoli più antici ai tempi più moderni.

È proprio in questa transizione che avvenne un un profondo sconvolgimento nel luogo e negli usi comuni di quello animale nella società civile e militare, fino alla Prima guerra mondiale, che gli permette di esordire come compagno di divertimento nel tempo libero e nello sport.

Il Castello a breve si trasformerà in un luogo di sport di più alto livello, e nella cornice esterna degli eventi equestri, para-equestri e di pentathlon moderno, le sue stanze si riempiono di storia e cultura per onorare il favoloso e speciale mondo dei cavalli.

R. Guatteo

© Riproduzione riservata.

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