Arabian Horses: We, women – Chiara Carrer

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chiara carrer

Mi chiamo Chiara Carrer, sono nata in provincia di Venezia; ora vivo a Refrontolo in provincia di Treviso, fra le colline note per la produzione di vino Prosecco. Svolgo la professione di architetto.
Ho scoperto il mondo del cavallo arabo circa quindici anni fa grazie a mio marito, Vincenzo Pellegrini, attuale presidente dell’Associazione ANICA.  Mio marito era appassionato di cavalli arabi già da molti anni e proprio in quel periodo stava decidendo di avviare un suo piccolo allevamento: così abbiamo vissuto insieme questa avventura e mi sono appassionata a questa magnifica creatura, bellissima, piena di fascino e di storia.
Penso che essere donna non significhi portare con sé un modo diverso di approcciarsi al mondo del cavallo arabo.  Per quanto mi riguarda, posso dire che il mio rapporto con i cavalli è sempre stato caratterizzato dall’amore che ho per gli animali in generale, più che dall’attrazione estetica o dalla qualità genetica, aspetti che hanno contribuito a consolidare la mia passione e che sono alla base delle mie scelte nell’allevamento: mio marito dice sempre che se fosse per me, non venderemmo nessun cavallo, soprattutto quelli meno belli o fortunati, per i quali ho sempre nutrito una forma di protezione. Se questo sia il risultato di una sensibilità più tipicamente femminile che maschile, non lo so – forse no – ma lo è certamente del modo in cui vivo la mia personale passione per i cavalli arabi e spero che trasmetta qualcosa di positivo alle persone con cui ho a che fare.
Ho avuto la fortuna di essere supportata dalla maggiore esperienza e conoscenza di mio marito, ma credo tranquillamente di aver maturato negli anni una buona sensibilità estetica che mi permette di dare il mio contributo, anche tecnico, alle scelte che facciamo nel nostro allevamento, Assa Egyptian Arabians, di cui sono amministratore.  Mi sono sentita ben accolta da allevatori che sono anche miei amici e con alcuni di loro – tra i quali vorrei ricordare il caro e indimenticabile amico Federico Fogarin dell’allevamento Guasimo, che purtroppo non è più con noi – ho costruito un vero e proprio rapporto di amicizia e di stima reciproca.  Facendo riferimento al mondo dei cavalli arabi e ad un progetto di allevamento: secondo me allevare è una sfida a lungo termine, non bisogna avere fretta e bisogna avere l’ambizione di portare avanti il proprio progetto personale, accettando eventuali fallimenti e cercando di renderli temporanei.  Non può esistere quindi un progetto di allevamento senza passione e perseveranza: purtroppo è un’avventura che richiede risorse economiche e quindi ognuno deve trovare la propria dimensione per vivere al meglio la propria passione. Spero che la mia esperienza e la mia storia possano essere di ispirazione per una futura generazione di donne in questo mondo. È una passione che ha molti aspetti comuni al mondo femminile: cura, custodia, estetica, sensibilità. Molte volte questi aspetti vengono sottovalutati, ma sono le chiavi per essere un buon allevatore e per vivere pienamente la propria passione tanto quanto le conoscenze tecniche, genetiche e storiche. Spero che il mio approccio semplice, empatico e relazionale, nella direzione essenziale della cura e del rispetto dell’animale, venga percepito come un valore di allevamento e magari piaccia a qualche giovane donna che vuole intraprendere questa avventura.
Il messaggio che voglio trasmettere alle future generazioni di giovani donne è finalizzato ad incoraggiarle a seguire la propria strada, qualsiasi essa sia: mettete il cuore in qualsiasi progetto della vostra vita e abbiate fiducia nel vostro pontenziale.

Testo e progetto di Giorgia Mauri
foto di Moni Al Ameri Photography

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