Osteopatia Equina: trigger points sul cavallo

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articolo osteopatia equina trigger points

Avete mai osservato un trattamento osteopatico? Vi siete mai chiesti perché l’osteopata spesso si
sofferma su un punto preciso e ci rimane per più tempo?
Probabilmente stava trattando i trigger points!
Così come esistono nell’uomo, li ritroviamo nel cavallo e nel cane.
I trigger points sono delle zone di un muscolo in cui le fibre si contraggono e formano una specie di
nodulo dolente.
Ogni muscolo ne ha più di uno e quando uno di questi si contrae troppo o viene premuto, si
avverte molto dolore ed esso può manifestarsi lungo tutto il ventre muscolare, fino alle sue
inserzioni.
I trigger points posso essere di due tipi:
-attivi, che causano dolore in tutto il muscolo e che aumenta quando viene premuto.
-latenti: se non vengono toccati non fanno male, ma creano comunque rigidità muscolare.
Nonostante si possa ottenere qualche beneficio tramite l’utilizzo delle varie terapie a base di
calore o con i miorilassanti, il trattamento dei trigger points resta principalmente manuale.
Il trattamento osteopatico prevede di sciogliere manualmente le fibre muscolari contratte tramite
diverse tecniche come quelle miotensive, il massaggio o la digitopressione.
Parliamo di sedute molto dolorose perché andiamo a stimolare e lavorare una zona già dolente di
suo, in più applichiamo delle tecniche precise e mirate a quell’unico punto: si proverà una strana
percezione di sofferenza e benessere assieme, dovuta allo stimolo doloroso della pressione
abbinato alla sensazione di rilassamento delle fibre contratte che si sciolgono.
Ma prima di trattare la zona è bene chiedersi il perché dell’insorgenza di queste “contratture”.
Le cause più comuni sono le alterazioni posturali, anche momentanee.
L’esempio più semplice e che rende meglio l’idea è quello del cane che sta più ore nel kennel.
Il cane starà più ore rannicchiato, senza possibilità di grosso movimento e terrà i muscoli accorciati
e contratti… se l’episodio si verifica con frequenza è quasi certo che il soggetto avrà dei trigger
point attivi e dolorosi.
Negli articoli precedenti abbiamo sempre parlato di trattamento osteopatico come qualcosa di
globale, dove per risolvere il problema bisogna risolverne la causa che lo crea.
Questo significa che finché non verranno risolte quelle problematiche strutturali responsabili del
sovraccarico dei muscoli, sarà inutile trattare i trigger points, poiché si riformerebbero nel giro
poche ore.
L’osteopata oltre a fare una digitopressione o un massaggio, si dovrà preoccupare di sistemare
tutte quelle problematiche posturali e strutturali che hanno portato ad un sovraccarico muscolare
e all’attivazione del trigger point.
Una volta recuperato il corretto equilibrio articolare e posturale, allentando di conseguenza anche
le tensioni muscolari, il trigger point sarà molto più morbido, meno doloroso e il suo trattamento
sarà più rapido e duraturo.
Negli anni si è riusciti a farne una mappatura sul corpo equino, che determina la localizzazione e la
distribuzione del dolore generato dai punti trigger elettivi di un muscolo piuttosto che un altro.
La presenza di un punto trigger all’interno di un muscolo ne induce una riduzione della sua
lunghezza e, quindi, una diminuzione della sua efficienza e potenza, oltre a poter indurre una
pressione sui nervi e vasi sanguigni che lo percorrono.
Le cause che possono indurne lo sviluppo sono varie, tra cui: traumi diretti, contrazioni muscolari e
una cattiva postura.
Quest’ultima infatti può indurre la creazione ed il mantenimento di questi noduli dolorosi nel
tempo, fino a farli diventare cronici.
Francesca Motta, Esperta in Osteopatia Animale

HSJ (c)

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