Assemblea generale della FEI, Anversa: Spunti di riflessione

Advertisement
FEI General Assembly c 0

Sono passate alcune settimane da quando si è tenuta l’Assemblea Generale della FEI ad Anversa e questo è stato utile per permetterci di affrontare una serie di questioni che esprimono la preoccupazione di chi ha sempre vissuto questo sport con passione.
Ci sono molti spunti di riflessione.
Stabilire i fatti (De facto)
Sembra che il conflitto sul formato olimpico non sia tra le nazioni europee e il resto del mondo, ma piuttosto tra chi ha partecipato ai Giochi e chi no. È emerso che dei 30 paesi che hanno votato per una squadra di 4 cavalieri, circa il 90% aveva gareggiato ai Giochi Olimpici.
Dei 34 paesi che avevano partecipato alle Olimpiadi, solo il 10% circa preferiva il formato a 3 senza drop score.
Dei 70 paesi a favore del formato a tre cavalieri, meno del 10% aveva mai gareggiato alle Olimpiadi o aveva cavalieri che gareggiavano nelle Coppe delle Nazioni o in CSI5*.
Per molti dei paesi che hanno votato per il formato a 3 cavalieri, non ci sono purtroppo le premesse per competere alle Olimpiadi di Parigi che si terranno tra soli due anni.
Molte federazioni hanno certamente considerato le opinioni espresse dal Direttore Sportivo del CIO, opinioni che esprimono concetti corretti che rispettiamo e che sono stati riconosciuti anche dalle nostre istituzioni.
In questa lettera, però, manca una parola che è essenziale per tutti noi: CAVALLI. I cavalli sono la ragione per cui tutti coloro che si occupano di Niches & Special sono qui; sono i nostri partner nello sport e nella vita.

Domande (De jure)

A questo punto viene naturale chiedersi perché i paesi che partecipano ai giochi olimpici dovrebbero obbedire a regole dettate da federazioni che non hanno alcuna esperienza olimpica e la cui stragrande maggioranza non sarà in grado di qualificarsi per Parigi nel 2024?
La FEI, organismo soggetto alla legge svizzera (art, 60 e seg cc), è più precisamente un’associazione e come tale secondo la legge svizzera ogni membro (NF) ha diritto a un voto. È un sistema basato su una maggioranza democratica, chi ha più voti vince, ma quando non si rispettano le minoranze (anche se la minoranza nell’Assemblea Generale della FEI rappresenta circa l’85% di chi pratica Niches & Special) si rischia di diventare una democrazia dittatoriale come dice Aristotele (famoso il suo detto “una testa un voto“).
Infatti, quello a cui alcuni si oppongono non è il voto, ma il sistema di votazione, che secondo loro dovrebbe essere più simile a quello delle grandi Federazioni Internazionali come quelle del Tennis e dello Sci e altre ancora, che danno un voto ad ogni federazione, ma solo le NF con un numero molto elevato di atleti (nel tennis almeno 20.000) che competono in competizioni internazionali e con risultati ai Campionati Mondiali e alle Olimpiadi, hanno diritto a voti.
E se i cavalli potessero votare… un cavallo un voto?
Considerazioni (Considerazio)
Come abbiamo visto questi 30 voti di cui stiamo parlando sono distribuiti tra Europa, Nord e Sud America, con una piccola eccezione dell’Africa, e sono nazioni che hanno un’attività sportiva proporzionalmente significativa. Ci si sente autorizzati a chiedersi se questa decisione possa essere stata dettata dalla volontà di un blocco di 70 nazioni, magari demotivando le 30 Federazioni Nazionali che di fatto rappresentano gli Niches & Special e la quasi totalità dei cavalli e degli atleti iscritti alla FEI e che gareggiano nelle competizioni internazionali.
Purtroppo, una strana atmosfera era tangibile all’Assemblea.
Una situazione in cui ognuno faceva valere le proprie ragioni, ma si percepiva invece un problema nell’ascoltare o nel cercare di capire gli altri.
A questo punto sorgono alcune domande importanti:

  • Qualità o quantità? E cosa penseranno i nostri sponsor se sacrifichiamo la qualità?
  • La priorità dovrebbe essere il rispetto dei cavalli o una maggiore esposizione mediatica?                         
  • Siamo sicuri di voler cambiare le regole perché alcuni paesi giustificano la loro scelta affermando che è più facile trovare tre combinazioni di cavalli e cavalieri che quattro?
  • Siamo davvero sicuri di voler diventare come la boxe, il basket o il tennis, sport in cui atleti e tifosi non considerano più le Olimpiadi come il mito e il sogno di tutti?
  • È possibile prevedere che l’atletica cambi la staffetta 4×100 perché un paio di federazioni non hanno 4 velocisti?
  • E se in futuro qualche NF ci dicesse di avere solo due corridori? Approveremo squadre con 2 corridori?
  • Cosa succederebbe alla Formula 1 se l’esclusione di un pilota come Leclerc o Sainz, significasse l’eliminazione del team Ferrari?

Quo vadis?
È necessario trovare una soluzione comune, una sinergia, e insieme trovare le risposte a tutte queste domande e certamente anche un buon format per i giochi olimpici di Parigi.
Ci sono due proposte che sono state viste come particolarmente intelligenti e degne di essere prese in considerazione:
1 – L’idea presentata da Maxim Kretov (RUS) (o un delegato del III Gruppo) che suggerisce di lavorare tutti insieme, superare i conflitti e forse riuscire ad aumentare il numero di partecipanti alle Olimpiadi in modo da soddisfare le esigenze di tutti.
2- La proposta di Steve Guerdat di non declassare le Olimpiadi ma di aiutare i paesi che non hanno tradizioni equestri ad aumentare il loro livello.
Siamo unici, abbiamo i cavalli. Facciamo tornare i cavalli ad essere il soggetto e non l’oggetto del nostro sport.
Eleonora Ottaviani

Regolamento FEI – Crediti fotografici: Assemblea Generale FEI Anversa 2021© FEI/Dirk Caremans

Rimani aggiornato sulle news di Horse Show Jumping

Iscriviti alla newsletter
Advertisement
Progetto senza titolo1
Tenuta Monticelli logo
Logo Acavallo
Logo stephex
logo VeTeaching
IMG 7016
IMG 7017
logo KEP
logo Porrini Spa
club ippico euratom ogo